
Ciao, sono Fatjona
Fin da bambina ho inseguito con immensa gioia i colori. Avevo all’incirca cinque anni quando ho iniziato ad osservare e ad amare il disegno, le belle arti e la loro storia. Tutto grazie alla sensibilità artistica di un pittore il quale mi ha trasmesso il valore del pigmento: una materia molto preziosa. Mi ha insegnato con estrema generosità l’origine dei colori dai tre regni della natura, dal rosso di porpora estratto da un mollusco al blu oltremare ricavato da una pietra, il lapislazzulo; nella sua bottega ho felicemente imparato l’uso del pennello immerso nel colore che, sciolto in un solvente, poteva creare un corpo più velato o più denso, più luminoso o più profondo e oscuro. E’ trascorso del tempo da allora, ho messo in un angolino le prime pennellate, le strade in seguito intraprese e percorse sono state tante e diverse, molto lontane dal mio interesse più sentito: l’arte. Tuttavia, ho sempre avuto la sensazione che la mia vita fosse quotidianamente impregnata dell’alone di quei bei ricordi legati al desiderio di voler disegnare e dipingere. Desiderio mai sopito, trasformato in un sogno ad occhi aperti, piacevole, voglioso e centrato. Ah, mi chiamo Fatjona, oggi ho due bimbe, Veronica e la piccola Celeste, e proprio dopo la nascita della prima figlia, nel 2013, quel sogno ad occhi aperti ha iniziato a materializzarsi, come se il significato del mio nome, “nostro destino”, aspettasse di avere un senso, inserito in un valore altrettanto grande, quello della famiglia. Non avevo tele a portata di mano, solo un paio di insignificanti scarpe da passeggio di tela bianca. Volevo dipingere e improvvisamente ho dato sfogo alla mia creatività forse per troppo tempo dimenticata che, scalpitante come un cavallo imbizzarrito, era stanca di stare ferma e non chiedeva altro che percorrere distese aperte in libertà. La sensazione più bella è stata quella di aver trasformato un paio di scarpette anonime e industriali, in un pezzo unico. Ero felice, erano scarpe di tela dipinte con degli uccellini, un richiamo inconscio alla mia terra, l’Abruzzo, al mio paese tra la montagna e il mare, la prova del volo che ero determinata a fare. Era, per me, un manufatto e, nonostante gli amici e i componenti della mia famiglia non credessero nel mio sogno, l’idea che avevo di notte come se fosse stato giorno, prese per fortuna il sopravvento. L’industria avrebbe normalizzato la produzione, sarebbe stata più veloce, ma io volevo creare qualcosa di speciale, autentico, unico. Il mio sogno è uscito di lì a poco dal cassetto e a piccoli passi e con grande impegno, prima grazie al passa parola, poi grazie ai social network, ho creato la mia linea artistica di scarpe, “My creative shoes”. Frutto inizialmente di esperimenti buttati alle ortiche, calzature sacrificate per eccessiva ricerca della perfezione, per tutti i momenti e per ogni uso, quelle da culla, per i bambini, per gli sposi, per una passeggiata al mare, per una gita in campagna, per tutti i giorni, dipinte a mano semplicemente secondo i vostri desideri. Frutto di quei brividi di gioia e di quei momenti di emozione che uno ad uno hanno stimolato e galvanizzato il mio lavoro per Voi. Ora sono la mia realtà costruita con il cuore, la passione, i colori. Come le rondini, non vorrei mai più scendere a terra, ma continuare a volare e… a dipingere i vostri sogni. Perché il mio ricomincia ogni giorno.
Fatjona